I Polmoni
I polmoni sono l'organo principale della respirazione. In essi si attua lo scambio fondamentale di ossigeno e anidride carbonica senza il quale non potremmo vivere. Ciò avviene in minuscole sacche (ne abbiamo circa 300 milioni) chiamati «alveoli polmonari». Questi alveoli sono enormemente irrorati da piccolissimi vasi, i «capillari», che permettono al sangue (globuli rossi) di rilasciare l'anidride carbonica che contiene e di riempirsi di ossigeno per alimentare tutte le cellule. La membrana di questi alveoli è talmente sottile da permettere questo scambio. Se questa membrana venisse estesa, si otterrebbe una superficie di parecchie centinaia di metri quadrati. Vi lascio supporre la fragilità di questo tessuto e i danni provocati dall'aria inquinata che respiriamo, ma anche quelli provocati da noi stessi, in particolare dal tabagismo. I polmoni sono inoltre il solo orifizio naturale costantemente aperto verso l'esterno e che deve in continuazione essere in grado di difendersi e difenderci. Esiste tutto un sistema che svolge questo ruolo. Passando attraverso il naso, l'aria si riscalda, viene in parte filtrata dai peli e umidificata dal muco che imprigiona certe polveri, prima di penetrare nei bronchi dove il muco trattiene le polveri rimanenti, che vengono espulse dalla tosse o da piccole ciglia vibratili che le fanno risalire. Possiamo constatare fino a che punto questo sistema di protezione e di difesa sia elaborato. Un ultimo fatto molto interessante merita di essere segnalato. La respirazione è la sola funzione organica automatica (inconscia e involontaria), ossia controllata dal sistema nervoso autonomo, sulla quale tuttavia possiamo intervenire volontariamente, vale a dire facendo leva sul sistema nervoso centrale. Questo ci consente di afferrare meglio la ragione dell'efficacia delle tecniche respiratorie di rilassamento, in quanto ci permettono infatti di giungere a «calmare il sistema nervoso autonomo» e, conseguentemente, di rilasciare le tensioni inconsce. Le atmosfere pesanti, «soffocanti», gli ambienti dove non ci si sente a proprio agio, sollecitano enormemente le energie del polmone. I disturbi o le malattie del sistema polmonare (naso, gola, bronchi, eccetera) ci parlano quindi di situazioni o di persone che ci mettono a disagio senza per questo aggredirci direttamente. Sono tante le persone che durante il consulto mi riferiscono «ho l'impressione di soffocare in questa società» oppure «mi manca l'aria in questa famiglia». Chi mi fece quest'ultima osservazione era un asmatico, che giunse rapidamente a comprendere chi «gli succhiava l'aria» nella sua famiglia. Le eccessive angosce materne, le atmosfere familiari pesanti si traducono sovente nei bambini in fragilità polmonari che, se vengono «curate» troppo efficacemente o se appaiono insufficienti al bambino, possono trasformarsi in allergie respiratorie o cutanee. Egli si «difenderà» allora reagendo, talvolta violentemente. Asma, eczemi, angine purulente sono «grida» indicanti che ciò che accade tutt'intorno al bambino non lo soddisfa, che vive la situazione come un'aggressione e che ha bisogno di protezione (amore e presenza), ma non di essere soffocato. Un ultimo significato che può essere associato ai problemi polmonari è quello della tristezza, della malinconia, del dispiacere, della solitudine.
L'energia del polmone è incaricata di questi sentimenti che, quando diventano eccessivi, la esauriscono. L'eccesso o il fatto di rimuginare la tristezza per serbare il ricordo di qualcosa o di qualcuno possono manifestarsi attraverso una fragilità dei polmoni.
Libro: Dimmi dove ti fa male e ti dirò il perché
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L'angina è un'infiammazione acuta della faringe e in particolare delle tonsille (tonsillite). È talvolta molto dolorosa e ha l'effetto di rendere difficili due azioni: la deglutizione (il fatto di inghiottire) e la parola (farla uscire). L'origine infettiva qualifica la causa come esterna. Ci troviamo in presenza di una difficoltà chiaramente espressa. Abbiamo qualcosa in gola, qualcosa che facciamo fatica a mandar giù oppure che abbiamo difficoltà a esprimere e qualche volta ambedue i casi. Sia quel che sia, la causa sta nel mondo esterno! La colpa va attribuita all'altro. Cos'ha fatto o detto che fatichiamo ad accettare? Che cosa non riusciamo a dire? La lateralità destra o sinistra della tonsilla più colpita precisa il significato, conferendogli una simbologia più femminile o maschile. Le eventuali complicanze cardiache o renali dal canto loro indicano l'impatto violento e profondo del (ri)sentimento a livello emotivo (cuore) o strutturale intrinseco (reni), per esempio nel caso di una perdita di credenze, di fiducia o di illusioni. Infine, il fatto che le tonsille siano organi linfatici aggiunge un'altenore sfumatura sottile e profonda al significato iniziale. Nel caso del mal di gola e della raucedine, il messaggio è molto simile ma privo della dimensione che identifica la causa come esterna. Può pertanto trattarsi di parole delle quali ci rammarichiamo, che non sappiamo come rimediare. Può altresì trattarsi di cose che fatichiamo a esprimere perché non abbiamo il coraggio, perché l'altro ci incute timore, perché la posta in gioco è alta. Il mal di gola o la raucedine ce lo impediscono e ci offrono una valida ragione per non poterci esprimere.
Influenza
Le fragilità o le malattie polmonari esprimono la difficoltà a gestire le situazioni con il mondo esterno e il bisogno di evacuare le tensioni accumulate. L'esempio più semplice è quello del calo di temperatura a inizio inverno. Chi non reagisce riequilibrando il proprio termometro interiore prende freddo, per cui il sistema polmonare diventa fragile e apre la porta per esempio all'influenza. Oltre alle manifestazioni associate allo stato influenzale (raffreddore, febbre ecc.), è molto interessante concentrarsi sulle manifestazioni e sulle sensazioni di tale stato. Esso produce infatti tre tipi di sensazioni fisiche fondamentali: febbre, indolenzimento e stanchezza. Se ci riflettiamo sopra un po', lo collegheremo a un altro momento della nostra vita in cui si manifestano segni analoghi. È il momento in cui pratichiamo sport o svolgiamo un lavoro fisico più intenso del solito. Avvertiamo allora un innalzamento della temperatura corporea, indolenzimento e stanchezza. Durante lo sforzo fisico la sensazione è di evacuazione, di eliminazione delle tossine fisiche. Nell'ambito dell'influenza, questa somiglianza tra le manifestazioni indica l'evacuazione di tensioni, di vissuti più o meno difficili che possono essere associati a tossine interne, fisiche e/o psicologiche. Nel ciclo delle stagioni è utile ricordare che l'inverno è il periodo durante il quale l'energia profonda dell'organismo si ricarica e che la primavera è quello in cui la vitalità di queste energie ricaricate esplode. A quanto pare, la natura ha fatto le cose per bene, perché ci propone l'influenza durante queste due stagioni: poco prima dell'inverno per le pulizie per così dire autunnali e in primavera, in modo da eliminare le tossine invernali. Lo stato influenzale è di conseguenza l'espressione della difficoltà a proteggersi dall'esterno e al tempo stesso della necessità di evacuare le tensioni da esso prodotte in noi, giacché la sensazione di stanchezza e d'indolenzimento ci costringe a lasciarci andare. L'ultima strizzatina d'occhio che desidero fare a questo proposito riguarda il fatto che, molto spesso nei giorni precedenti l'influenza, siamo costipati o incontriamo un po' più di difficoltà a evacuare. Tutto torna regolare dopo l'insorgere della malattia.
Infezione polmonare - Polmonite - Pneumopatia
L'infezione polmonare o pneumopatia ben riprende il senso generale associato ai polmoni, come pure quello dell'influenza. Anche in questo caso ci troviamo in una situazione di aggressione esterna, ancora più netta perché causata da un importante agente patogeno (pneumococco o stafilococco), come nel caso della polmonite. L'infezione polmonare ci parla di un vissuto di aggressione (reale o immaginaria) forte, che colpisce, dovuto a un agente esterno. Ci troviamo certamente destabilizzati dagli attacchi di qualcuno. Questi possono anche essere sottili, occulti, non percepiti, ma la sensazione di aggressione c'è. La polmonite ne è la forma più grave. In ogni caso, la nostra capacità di difenderci crolla. Non abbiamo più né la forza né la facoltà di farlo. Siamo in pericolo (percepito o reale), perché ci troviamo senza difese di fronte all'aggressore, tanto più che non sempre questo viene identificato.
Asma - Tosse (grassa, secca) - Bronchite
Indicano che avvertiamo un'importante sollecitazione dall'esterno, per non dire un'aggressione, e che non sappiamo, non riusciamo a gestirla. La sofferenza o la malattia ci permettono quindi di eliminarla. La tosse secca ci mostra che queste aggressioni ci irritano e ci risultano insopportabili, facendoci reagire violentemente. La tosse grassa segnala che gli agenti dell'aggressione restano imprigionati dentro di noi. Rimangono invischiati nel muco bronchiale, che dobbiamo secernere in maggior quantità per riuscire a "sputare il boccone", a evacuare ciò che ci aggredisce e che si incolla a noi. Il vissuto di aggressione non deve essere obbligatoriamente manifesto per essere avvertito. Le atmosfere pesanti, soffocanti, gli ambienti dove non ci si sente a proprio agio sollecitano enormemente le energie del polmone. Le sofferenze o le malattie del sistema polmonare (naso, gola, bronchi ecc.) ci parlano quindi di situazioni o di persone che ci mettono a disagio senza però aggredirci direttamente. Sono tanti quelli che durante il consulto mi dicono: "Ho l'impressione di soffocare in questa società' oppure i manca l aria in questa famiglia"! A fare quest'ultima osservazione è stato d'altronde un asmatico, che ha rapidamente capito chi gli risucchiava l'aria in famiglia Le eccessive angosce materne, le atmosfere familiari pesanti si traducono spesso nei bambini in fragilità polmonari che, se curate troppo efficacemente o se appaiono insufficienti al bambino, possono trasformarsi in allergie respiratorie o cutanee Il bambino allora si difende reagendo, talvolta violentemente asma, eczema e anche angina sono grida per esprimere che quanto accade attorno a lui non lo soddisfa, che vive la situazione come un'aggressione. La richiesta e ambigua Ha bisogno di protezione (amore e presenza) e al tempo stesso di aria, di spazio, di non essere soffocato.
Rinite - Raffreddore
Rinite e raffreddore sono infiammazioni delle mucose nasali, nella maggior parte dei casi conseguenti a uno stato influenzale. Riprendono pertanto il significato globale di quest'ultimo, con una connotazione particolare. Infatti, durante il raffreddore il naso cola e gli occhi hanno la tendenza a lacrimare, in alternativa, il naso e tappato e abbiamo allora perdita dell'olfatto Queste manifestazioni contraddistinguono il bisogno di evacuare, come quando si piange, un'emozione vissuta o avvertita e colorata di tristezza. Si tratta forse di una delusione, di un fallimento, di un rimpianto, di qualcosa che non siamo riusciti a dire o fare? Il raffreddore ci permette senz'altro di evacuare tutte queste situazioni, certamente di poca importanza, magari addirittura irrilevanti, ma che si sono accumulate con il tempo. La perdita dell'olfatto dal canto suo specifica il bisogno di proteggersi, in particolare nei confronti della percezione o della sensazione soprattutto personali che potrebbero generare un ulteriore malessere.
Perdita dell'olfatto - Sinusite
Il naso è l'orifizio attraverso il quale l'aria penetra nel nostro corpo e il quale percepiamo gli odori, cioè ciò che si emana dal mondo grazie a esso che possiamo sentire. Respiriamo con il naso, attraverso cui lasciamo entrare in noi dell'aria, del soffio (Cielo). Il suo livello di assimilazione delle energie è più sottile rispetto a quello della bocca, che permette di assimilare il materiale della vita. Il naso tuttavia ha un intimo legame con la bocca, l'olfatto è strettamente unito al gusto, al quale conferisce corpo e colore. L'associazione gusto/olfatto è importante tanto quanto quella degli occhi. I mali del naso ci parleranno della nostra paura di lasciar entrare in dimensioni sottili della vita, cioè le nostre e quelle altrui. È il rapporto l'intimità, con l'accettazione delle informazioni intime di noi stessi o dell'altro. Questo ci permette di comprendere meglio per esempio il ruolo tanto importante svolto dagli odori nella sessualità, sia essa vegetale, animale o umana. Sinusite, naso chiuso e perdita dell'olfatto rivelano una difficoltà ad accettare i messaggi, le informazioni intime che ci giungono "Non possiamo sentirle”non ci piacciono perché "ci puzzano” Ma che cosa puzza? Gli escrementi, materia in putrefazione, non certo i fiori! Che cosa puzza nella nostra vita, cosa c'è di marcio o sta marcendo in noi? Tutte domande da porsi e da confrontare con i nostri atteggiamenti, con ciò che coltiviamo in noi o nel rapporto con l'altro, con il valore che attribuiamo alle cose. Ogni volta che diciamo di qualcuno: "Non posso stare a sentirlo" o "Non posso vederlo", proviamo a pensare all'effetto specchio e riflettiamo su quale parte di noi stessi, che non vogliamo sentire o vedere, richiama la nostra attenzione. Questi problemi di odore o assenza di odore esprimono senza dubbio anche rancori, amarezze o desideri di vendetta che lasciamo maturare e/o marcire dentro, di noi. Possono infine significare che la nostra paura delle manifestazioni della vita e dell'animalità in noi è grande, poiché la vita è anche morte, escrementi, putrefazione. Questi ultimi ci risultano insopportabili perché li basiamo su un'idea di valore. Dimentichiamo tuttavia forse troppo facilmente che la verdura e i fiori più belli crescono sul letame o la composta e che la vita si nutre della morte, la quale non rappresenta la fine della vita, bensì una transizione verso di essa.
Laringite.
E' un'infiammazione della laringe, che corrisponde alla parte delle vie respiratorie situata tra la trachea e la faringe. A questo livello vengono prodotti i suoni, attraverso le corde vocali. Questa infiammazione esprime la difficoltà a dire o a gridare qualcosa. I suoni vengono emessi deboli e, nel fuoriuscire, fanno male. Le emozioni negative quali la collera repressa o il rancore infiammano, ma impediscono la loro espressione. Che cosa ci tratteniamo dal dire? Che cosa ci fa male dire? Siamo forse delusi da qualcosa o da qualcuno e abbiamo difficoltà a dirlo?
Faringite.
E' un'infiammazione della faringe, cioè del condotto che raggruppa fosse nasali, bocca, laringe ed esofago. Si tratta pertanto di un punto d'incontro essenziale tra ciò che entra e che esce da noi. La sua infiammazione ci comunica senz'altro una difficoltà a distinguere tra quanto esce e quanto entra o a scegliere la direzione che esso deve prendere (esofago o trachea). Non è che non siamo capaci di distinguere, bensì che questa distinzione è dolorosa, difficile. Facciamo fatica a capire chiaramente cosa dire o fare, a causa di una confusione emotiva collegata a una molteplicità di emozioni negative contraddittorie. La presenza di una rinite associata vi aggiunge il significato globale già visto per quest'affezione. Tali patologie, frequenti nell'infanzia, svolgono un ruolo di catalizzazione delle difese. Ricordo che ci troviamo nell'apparato respiratorio, ossia quello della capacità di proteggersi dalle aggressioni esterne.
Tracheite - Tracheobronchite
La tracheite è un'infiammazione della trachea, condotto attraverso il quale l'aria entra nei polmoni a livello dei bronchi. È interessante sapere che questo condotto viene mantenuto aperto da anelli cartilaginei; ciò di conseguenza significa che risulta impossibile chiuderlo in maniera naturale e volontaria, al contrario dell'esofago o di altri condotti, i quali si possono chiudere grazie agli sfinteri. L'esofago è l'orifizio attraverso il quale l'essere umano inghiotte la materia, si nutre. La trachea è invece l'orifizio mediante il quale l'aria, il soffio di vita penetra in noi. Può essere utile riflettervi sopra, perché la sfumatura è sottile.
Libro: Dimmi dove ti fa male e ti dirò il perché Glossario Psico-Energetico
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Pneumotorace grave (collasso di un polmone o di entrambi).
Si tratta di uno scoramento profondo di fronte all'impressione di essere prigionieri, e di non vedere nessuna via d'uscita da questa situazione. Il pneumotorace può presentarsi senza nessun'altra pneumopatia, oppure seguire ad una malattia polmonare. Nel primo caso, la persona può sentirsi prigioniera in una situazione che non le piace, ma dalla quale non vede via d'uscita; può trattarsi della sua relazione di coppia, oppure del suo lavoro. Nel secondo caso la causa è identica, ma amplificata da uno scoramento profondo. Il pneumotorace è più frequente negli uomini, in quanto chi ne soffre tende a passare sotto silenzio il proprio sentire. Ho l'impressione di non avere il partner giusto, o il lavoro giusto?
Enfisema polmonare.
È un aumento di volume degli alveoli polmonari con distruzione della parete alveolare, che comporta l'impossibilità per gli alveoli di svuotarsi completamente nel momento dell'espirazione. E caratterizzato dal sentirsi mancare il fiato al minimo sforzo. La persona ha l'impressione che le manchi l'aria. L'enfisema colpisce soprattutto persone di una certa età che per gran parte della loro vita hanno limitato il loro bisogno di spazio; lo hanno fatto vuoi per non derogare ai princìpi stabiliti dalle convinzioni tipiche del loro tempo, vuoi per paura di far dispiacere a qualcuno, vuoi per soddisfare le aspettative delle persone del loro ambiente. Che cosa aspetto per darmi lo spazio che mi permetterebbe di respirare?
Tosse spontanea o occasionale.
Traduce spesso il fatto di criticare o rifiutare qualcosa. Possiamo criticare un altro, oppure criticarci in ciò che abbiamo appena detto o pensato, così come possiamo rifiutare il fumo della sigaretta o quello che l'altro dice. Tutti hanno già assistito a riunioni in cui il conferenziere è noioso, o al sermone della domenica in chiesa: dopo un certo tempo, mentre la conferenza è in pieno svolgimento, la gente comincia a muoversi e a tossicchiare, esprimendo in un linguaggio non verbale il proprio disaccordo o la fretta che il sermone o la conferenza finiscano. Che cosa rifiuto?
Embolia polmonare.
Si tratta dell'ostruzione di un vaso sanguigno da parte di un coagulo di sangue nel polmone. Può aver luogo nell'arteria polmonare. L'embolia è molto spesso connessa al senso di colpa per essere al mondo, legato al decesso di una persona cara. Mi sento colpevole di non aver potuto far nulla per salvare una persona cara? Mi sento colpevole della sua morte?
Cancro al polmone.
Vi sono molti tipi di cancro al polmone, ma i più frequenti sono il carcinoma e l'adenocarcinoma. I cancri al polmone sono per lo più connessi ad una paura ossessiva di morire. Quando il cancro al polmone segue un'altra malattia per la quale la persona ha subìto trattamenti dolorosi e spossanti, può essere invece legato al desiderio di morire. E come se, con quel cancro, la persona dicesse: «Ne ho abbastanza di tutti questi trattamenti, non ci credo più, basta soffrire. Meglio finirla subito».
Tosse con sensazioni di soffocamento
Sto criticando una situazione che trovo soffocante perché non so più cosa fare?
Sensazione di soffocamento.
Può essere collegata al fatto di auto-imporsi la perfezione. Che cosa mi soffoca? Mi soffoco da solo, a furia di voler essere efficiente o esigendo che tutto sia perfetto?
Libro: Metamedicina Ogni sintomo è un messaggio
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