Affermazioni positive e Fiori di Bach

Molto è stato scritto sui Fiori di Bach e sugli stati d’animo negativi non sempre però è stato chiarito il corretto meccanismo d’azione con cui i fiori esplicano il loro effetto terapeutico. I Fiori di Bach corrispondono ad archetipi, a qualità spirituali presenti  in nuce in ogni essere umano. Grazie alla precisa frequenza vibratoria che essi esprimono sono in grado di risvegliare in noi le qualità latenti corrispondenti; qualità come  il coraggio, la fiducia, l’amore, la comprensione, la calma, la duttilità,  l’entusiasmo ecc. Tali qualità evocate, si pongono sull’altro piatto della bilancia ad armonizzare i nostri difetti o stati mentali  negativi. Il lavoro  è dunque esplicato su quella vasta zona della psiche  che potremmo definire con Assagioli l’inconscio “plastico”. L’inconscio, cioè, non ancora “condizionato” o  strutturato” di analitica memoria. Una parte della nostra psiche è quindi ancora impressionabile. Grazie alla suggestione evocatrice apportata, questa parte si attiva, e l’immagine archetipa  si evidenzia con tutta la sua potenza, esprimendo una qualità che si oppone ad un difetto o stato mentale negativo. Cogliamo in ciò la grandezza del pensiero del Dr Bach che ci mette a disposizione un metodo terapeutico complementare armonizzante. Il  fiore non è un rimedio che possiede una frequenza energetica simile alla dialettica malato-malattia, ma è un rimedio che possiede una  frequenza energetica evocatrice di qualità o stati d’animo opposti a quelli che noi viviamo nel momento della prescrizione.Possiamo comprendere a questo punto come l’azione, che parlano direttamente al nostro inconscio, possa essere rafforzata da un’affermazione positiva, da una frase evocativa, che colga il senso della qualità che risveglia il fiore e che la rappresenti sul piano mentale, intellettuale e razionale. Il compito di questo non facile lavoro infatti è proprio quello di dedurre e tradurre in parola ciò che parola non è.Se seminiamo un’emozione o stato d’animo positivo (attraverso i Fiori di Bach che parlano direttamente all’inconscio) noi tendiamo a suscitare ed a intensificare le idee e le immagini mentali ad esse corrispondenti (Assagioli: IV legge della psicodinamica). Il tutto in un feedback di reciproco rafforzamento. Intelletto ed emozioni orientate nella stessa direzione producono azione, fatti, che rafforzano le idee, le organizzano e le ampliano.  Col tempo assisteremo ad una graduale armonizzazione e trasformazione della personalità. Vengono qui proposte quaranta frasi evocative o affermazioni positive che dir si voglia. La mia esperienza sull’utilizzo di queste frasi  è molto positiva e personalmente le abbino quasi sempre alla contemporanea assunzione. Un’affermazione verbale per essere efficace deve essere espressa in modo chiaro, preciso e vigoroso. Deve possedere un forte potenziale dinamico, un alto “voltaggio”, ma deve, nello stesso tempo, essere espressa in maniera calma, tranquilla, non aggressiva (Assagioli). La volontà saggia è una volontà d’amore non di violenza. Le frasi possono essere pronunciate anche solo interiormente, ma sono più efficaci se pronunciate ad alta voce o meglio ancora se messe per iscritto con la propria calligrafia (Assagioli). Possono essere ripetute ogni volta che si assume il rimedio nell’arco della giornata oppure ogni volta che si sente la necessità di ricordare a noi stessi la nostra scelta consapevole e la nostra disponibilità a cambiare. Le ripetizioni devono comunque essere espressione di un persistente atteggiamento affermativo interiore e non un fatto meccanico e di routine (Assagioli). Si può accompagnare la frase con una visualizzazione, cioè con un’immagine evocata dall’inconscio ma ciò non è indispensabile. In alcuni casi è possibile anche modificare leggermente la frase senza distorcere il contenuto per renderla  più accessibile ai bisogni personali del paziente. Nell’uso di questa tecnica la fretta e l’impazienza di vedere i risultati  devono essere evitati. Le affermazioni non solo non danno risultati evidenti ed immediati ma in principio possono anche aprirci al “dolore del nostro imbarazzo” (Kaminsky e Katz). In alcuni casi le affermazioni possono condurci alla cosiddetta “crisi di coscienza” che è elemento indispensabile per una vera guarigione e trasformazione. Questo non deve scoraggiarci né spaventarci ma anzi deve essere ulteriore elemento per proseguire nel cammino, anche in virtù del fatto che, con i fiori e le affermazioni ad essi correlate, noi non forziamo mai le “resistenze” in maniera violenta, ma le affrontiamo con gradualità e dolcezza stemperandole con il calore delle qualità opposte evocate. Piuttosto che negare l’affermazione dobbiamo affrontare il dolore e la tensione della contraddizione tra il potenziale positivo evocato dalla frase e la situazione presente, fiduciosi nella trasformazione futura (Kaminsky e Katz). A coloro che stanno aiutando gli altri non mancherà l’evidenza del risultato se avranno la pazienza e l’umiltà di aspettare la stagione del raccolto che segue in natura  quella della semina.